Libro d’Ore Durazzo

Contatti

+39 333 9860 410

info@illuminatedfacsimiles.com

Illuminated Facsimiles


Libro d’Ore Durazzo

TITOLI ALTERNATIVI – Offiziolo Durazzo – Durazzo Book of Hours – Livre d’Heures Durazzo – Libro de Horas Durazzo – Stundenbuch des Marcello Durazzo.
DESCRIZIONE FISICA – Manoscritto in pergamena purpurea, formato 143 x 96 mm, 213 carte (438 pagine) numerate a matita, 6 carte di guardia (4 iniziali, 2 finali) non numerate, taglio dorato.
LEGATURA – Nel 1957 la legatura è stata restaurata da Erminia Caudana, la quale ha sostituito i piatti originali in legno con dei piatti in vetroflex rivestiti in velluto cremisi. La cornice in argento cesellato (ed in parte dorato) è invece quella originale del XVI secolo. Gli elementi metallici formano una cornice ottopartita: quattro placchette quadrate con borchie fogliate sono fissate agli angoli, mentre i quattro lati presentano decorazioni a grottesche con candelabre, mascheroni e motivi vegetali e animali. Sullo specchio centrale in velluto campeggiano delle palmette che partono dagli angoli e dai lati interni della cornice. Due bindelle cesellate con rubino incastonato sono fissate sul taglio davanti del piatto superiore e vanno ad agganciarsi all’altro piatto. È plausibile che la preziosa legatura sia stata prodotta da Francesco Marmitta (n. ca. 1464, m. 1505), già autore delle miniature, o che comunque provenga dalla sua bottega.
ORIGINE – Italia (Parma, forse Venezia).
DATAZIONE – Inizi del XVI secolo.
COMMITTENZA E PROPRIETARI – Il manoscritto è di committenza incerta. Una ipotesi è che sia stato commissionato da un magistrato veneziano per venire non molto tempo dopo acquistato da un collezionista parmense. Un’altra ipotesi è che anche la committenza sia parmense. In ogni caso che il codice si trovasse a Parma già all’inizio del Cinquecento è dimostrato da un dipinto di Girolamo Francesco Maria Mazzola, detto Parmigianino (n. 1503, m. 1540), oggi conservato nella National Gallery di Londra. Nel Ritratto di un collezionista (ca. 1524) è infatti raffigurato un uomo che – seduto ad un tavolo intarsiato su cui sono poggiate delle medaglie, una moneta e la statuetta di una divinità femminile – tiene il manoscritto nella mano sinistra. Non accertato è anche il fatto che Jacopo Marmitta (n. 1504, m. 1561) – secondogenito di Francesco Marmitta, autore delle miniature – abbia successivamente portato il codice in Portogallo. Nel XIX secolo il manoscritto è sicuramente in Italia: nel 1826 Marcello Luigi Durazzo d’Ippolito (n. 1790, m. 1848) lo acquista dal mercante Antonio Bacigalupo per la somma di 1.310,10 Lire, come risulta da un taccuino dove egli annotava le proprie spese (risulta un «uffizio con miniature del 500»). Nel 1847 Marcello Durazzo lascia per testamento il codice alla Biblioteca Civica Berio di Genova.
COLLOCAZIONE ATTUALE – Il manoscritto è conservato ancora oggi presso la Biblioteca Civica Berio. Il nome Libro d’Ore Durazzo (o Offiziolo Durazzo) deriva dalla donazione del 1847 di Marcello Durazzo alla biblioteca genovese.
GENERE – Cristianesimo, Libri di devozione privata.
CONTENUTO – Un libro d’ore è una raccolta di preghiere ad uso dei laici. Spesso si parla di offiziolo – ovvero di «piccolo ufficio» – termine che va inteso in contrapposizione al Grande Ufficio, che costituiva l’insieme di preghiere che il clero era tenuto a recitare quotidianamente. I libri d’ore ruotavano intorno all’Ufficio della Beata Vergine Maria, cui si aggiungevano elementi di diversa ricorrenza. Il Libro d’Ore Durazzo si apre con il calendario (cc. 1r-12v), cui seguono l’Ufficio della Beata Vergine Maria secondo l’uso di Roma (cc. 15r-107v), la Messa della Beata Vergine Maria (cc. 109r-118r), l’Ufficio dei defunti (cc. 119r-166r), l’Ufficio dello Spirito Santo (cc. 168r-172r), i Sette Salmi penitenziali (cc. 175r-191r), le Litanie (cc. 191r-204r), l’Ufficio della Croce (cc. 205r-212v).
LINGUA – Latino.
SCRITTURA – Littera antiqua tonda. Il codice è un raro esempio di crisografia (dal greco χρυσογραϕία, composto di χρυσός «oro» e -γραϕία «-grafia»): la scrittura è stata infatti vergata in oro, mediante una tecnica che prevedeva l’uso di polvere d’oro mescolata a gomma o chiara d’uovo. Perché il colore dell’inchiostro risaltasse a sufficienza si utilizzava spesso una pergamena tinta in un colore più scuro: generalmente porpora, ma anche nero o azzurro. Nel caso del Libro d’Ore Durazzo è stata utilizzata una pergamena purpurea, peraltro di altissima qualità.
COPISTA – Pietro Antonio Sallando (n. ca. 1460, m. ca. 1540). Originario di Reggio Emilia, nel 1489 si trasferì a Bologna dove insegnò grammatica e dove visse fino alla morte. Fu titolare di una bottega molto fiorente, come confermano i numerosi manoscritti da lui copiati che ci sono pervenuti (tra i quali vale la pena di ricordare il Libro d’Ore di Bonaparte Ghislieri, oggi conservato alla British Library di Londra). Lo scrittore bolognese Giovanni Sabadino degli Arienti (n. ca. 1443, m. 1510), in una lettera a Isabella d’Este (n. 1474, m. 1539), definisce il Sallando «il più excellente scriptore credo habia il mondo».
DECORAZIONE – Il calendario (cc. 1r-12v) è decorato con due miniature a vignetta per ogni mese: in una è raffigurato il segno zodiacale corrispondente, nell’altra il lavoro agricolo che si eseguiva in quel periodo dell’anno. Le miniature a piena pagina sono 6 (cc. 13v, 108v, 118v, 167v, 174v, 204v). Sono inoltre presenti frontespizi architettonici, miniature tabellari, bordi decorati a grottesche, oltre 200 iniziali nel testo, alcune iniziali inserite nelle miniature tabellari o nella decorazione dei bordi.
MINIATORE – L’apparato iconografico fu realizzato dal pittore e miniatore parmense Francesco Marmitta (n. ca. 1464, m. 1505). È possibile che anche la preziosa legatura sia stata prodotta dal Marmitta, il quale fu anche intagliatore e gioielliere. Nelle sue Vite il Vasari (n. 1511, m. 1574) cita Francesco Marmitta proprio a proposito della sua attività di intagliatore.
STILE – Rinascimentale.
LINK ESTERNI – Biblioteca Digitale Ligure (manoscritto digitalizzato) – The National Gallery (Parmigianino, Ritratto di un collezionista).

Scheda tecnica: Illuminated Facsimiles

Durazzo-Stundenbuch, Officiolo, minuscola umanistica, Pier

EDIZIONE IN FACSIMILE

Riproduzione a colori a grandezza naturale dell’intero documento originale – Il facsimile riproduce il più fedelmente possibile le caratteristiche materiali del documento originale allo scopo di sostituirlo nella ricerca scientifica e nelle raccolte del collezionista bibliofilo. La rifilatura e la composizione delle carte riproducono il profilo e la fascicolazione del documento originale. La rilegatura corrisponde a quella del documento originale così come si presenta nel momento attuale.
EditoreFranco Cosimo Panini Editore (Modena, 2008).
Collana – Biblioteca Impossibile.
Tiratura limitata – Il facsimile è stato pubblicato in edizione unica e irripetibile di 980 copie complessive per la diffusione mondiale. L’Editore garantisce che non saranno realizzate ulteriori copie.
Certificato di autenticità – Il certificato con il numero di copia è stampato al colophon ed è autenticato dall’Editore e dalla Biblioteca Berio di Genova.
Legatura – La legatura del facsimile riproduce fedelmente quella del manoscritto originale.
Commentario – Volume di commento in italiano, formato 15 x 21 cm, 335 pagine, tavole a colori nel testo. Saggi di Andrea De Marchi, Davide Gasparotto, Federica Toniolo, Laura Nuvoloni, Beatrice Bentivoglio-Ravasio, Laura Malfatto.
Cofanetto – Il facsimile ed il volume di commento sono inseriti in un elegante cofanetto a scrigno a doppio scomparto.
ISBN – 978-88-248-0444-8.

Copyright foto: Illuminated Facsimiles, Franco Cosimo Panini Editore

About The Author

Franco Cosimo Panini Editore