TITOLI ALTERNATIVI – Book of Destiny – Book of Sorts – Livre des Sorts – Libro de las Suertes – Libro da la Ventura – Schicksalsbuch des Lorenzo Spirito Gualtieri.
DESCRIZIONE FISICA – Codice in pergamena, formato 174 x 243 mm, 63 carte (126 pagine).
LEGATURA – Carta e pergamena su assi di cartone, cartiglio settecentesco di colore rosso con scritta in oro «SPIRITI SORTI» applicato sul dorso. L’attuale cucitura settecentesca non tiene conto della precedente sequenza dei fogli, che quindi non risultano disposti secondo l’ordine originale.
ORIGINE – Italia (Perugia).
DATAZIONE – XV–XVI secolo. Si tratta di una copia autografa, scritta di propria mano dall’autore Lorenzo Gualtieri (n. 1426, m. 1496). La data di realizzazione del codice la ricaviamo dall’ultima carta, dove il Gualtieri appone la propria firma: «Qui finiscono le sorte fate e composte per mano di me Lorenzo Spirito de peroscia e recopiate per mia propria mano scritte a di doi gennaio 1482 amen». Le miniature sono state invece realizzate nella prima decade del secolo successivo.
COMMITTENZA – Il committente del manoscritto era certamente un personaggio di condizione sociale elevata. Non abbiamo riferimenti certi che ci permettano di identificarlo ma possiamo fare delle ipotesi. Quella più plausibile si basa sulla presenza del segno dell’ariete alla c. 21v, e subito dopo del suo animale omonimo – il montone – alla c. 22r. La storica Silvia Urbini ritiene che con tale ridondanza il Gualtieri volesse fare riferimento alla famiglia dei Fortebraccio, il cui stemma araldico era appunto il montone. Una seconda ipotesi vede invece nella presenza del grifone tra le carte del codice, un riferimento all’impresa della nobile casata perugina dei Baglioni.
PROPRIETARI SUCCESSIVI – Le tracce del manoscritto si perdono per quasi tre secoli. Nel XVIII secolo fece parte della biblioteca del letterato e bibliofilo Tommaso Giuseppe Farsetti (n. 1710, m. 1791). Con il testamento del 1786 il Farsetti dispose il lascito della sua collezione di codici e libri a stampa alla Biblioteca della Serenissima.
COLLOCAZIONE ATTUALE – Il Libro delle Sorti è oggi conservato presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia (It. IX, 87 = 6226), come parte del lascito Farsetti.
GENERE – Trattati / Libri secolari, Giochi, Mitologia / Profezie.
CONTENUTO – Il manoscritto è una copia autografa del gioco divinatorio che il letterato perugino Lorenzo Gualtieri, detto Spirito (n. 1426, m. 1496), ideò nel XV secolo. In realtà attribuirgli l’invezione ex novo del gioco è una operazione piuttosto lusinghiera, perché quella del Gualtieri va piuttosto considerata come una rielaborazione di precedenti modelli. Ma la sua versione ebbe senza dubbio un grande successo, fino a diventare un autentico best seller della sua epoca. Già nel 1482 – anno di realizzazione di questa copia autografa – venne infatti realizzata la prima versione stampata delle Sorti, e molte altre verranno realizzate successivamente. Il gioco si svolge a partire da un quesito iniziale che i giocatori possono scegliere e che riguarda il proprio futuro. Le possibili domande sono venti, ripartite tra sette cartigli, e riguardano questioni disparate. Ci sono quelle più generiche e scontate che riguardano l’amore e il matrimonio, la salute e gli affari, ma anche domande più specifiche, come l’opportunità di intraprendere un viaggio o una guerra e di cercar vendetta. Attraverso una serie di fasi successive – che prevedono anche l’uso dei dadi – il giocatore arriva infine alla lettura di alcuni versi, che corrispondono al responso del gioco. Oltre che letterato il Gualtieri fu anche un soldato, e fino al 1465 servì il condottiero e capitano di ventura Jacopo Piccinino (n. 1423, m. 1465). Successivamente si dedicò unicamente alla composizione di testi letterari, alla traduzione (fu tra i primi traduttori di Ovidio in lingua italiana), e si dimostrò competente anche come copista e miniatore. Venne soprannominato «Spirito» a motivo del suo carattere libero e anticonformista, che gli costò anche la scomunica.
LINGUA – Italiano.
SCRITTURA – Minuta semiumanistica, con molti elementi di gotica corrente.
COPISTA – Come già specificato si tratta di un codice autografo, che il Gualtieri stesso copiò su commissione.
DECORAZIONE – Il libro si apre con una rappresentazione della ruota della fortuna (c. 1v), tema letterario e iconografico ampiamente diffuso dall’età classica in poi. Intorno alla ruota sono posizionati quattro personaggi. Un re con scettro e corona sta comodamente seduto sulla sommità, mentre all’estremità opposta è rappresentato un uomo malamente aggrappato, che sembra stia per cadere. Alla sinistra del re un giovane appare ben avvinghiato alla ruota, ma si trova in una posizione scomoda a testa in giù che – immaginando che la ruota giri – sembra anticipare quella del personaggio in procinto di cadere. Il quarto personaggio è un bel giovane con lunghi capelli biondi, anch’egli ben avvinghiato ma in una posizione più favorevole, che gli permette di risalire la ruota in direzione del re. Oltre alla miniatura della ruota della fortuna appena descritta, il manoscritto conta altre 80 miniature.
MINIATORI – La storica dell’arte Silvia Urbini ritiene che il bel giovane dai capelli biondi aggrappato alla ruota in risalita verso il re, sia stato dipinto da Pietro di Cristoforo Vannucci, noto come il Perugino (n. 1448, m. 1523). Il Perugino avrebbe iniziato la decorazione del codice, per poi abbandonarla dovendo concentrare gli impegni della sua bottega sulle grandi commissioni. Si tratta di un’ipotesi verosimile se si confronta il volto del giovanetto con alcune opere del Perugino, in particolare la tavoletta con San Girolamo che salva due impiccati, conservata al Louvre. In ogni caso il lavoro sul codice venne sicuramente interrotto fino ai primi anni del secolo successivo, poi ripreso e terminato da pittori umbri appartenenti alla cerchia del giovane Raffaello Sanzio (n. 1483, m. 1520), allievo del Perugino. La Urbini avanza una ulteriore ipotesi. Date alcune caratteristiche delle miniature, Raffaello potrebbe aver partecipato direttamente alla loro realizzazione, anche se il suo sarebbe in ogni caso un intervento minoritario. La maggior parte della decorazione potrebbe invece essere stata realizzata dagli artisti della «Società del 1496», una coperativa di altri allievi del Perugino che si formò a Perugia per poter concorrere con l’efficiente bottega del loro maestro, che riusciva ad ottenere gli incarichi più prestigiosi. La società venne costituita da Eusebio da San Giorgio (n. ca. 1470, m. post 1550), Berto di Giovanni (n. ?, m. 1529), Sinibaldo Ibi (n. ?, m. post 1547), Ludovico d’Angelo e Lattanzio di Giovanni.
STILE – Rinascimentale.
Scheda tecnica: Illuminated Facsimiles
of, the, Pierantonio, divin pittore
EDIZIONE IN FACSIMILE
Riproduzione a colori a grandezza naturale dell’intero documento originale – Il facsimile riproduce il più fedelmente possibile le caratteristiche materiali del documento originale allo scopo di sostituirlo nella ricerca scientifica e nelle raccolte del collezionista bibliofilo. La rilegatura potrebbe non corrispondere a quella del documento originale così come si presenta nel momento attuale.
Editore – Franco Cosimo Panini Editore (Modena, 2006). La presente edizione in facsimile è stata realizzata dall’Editore su concessione della Biblioteca Nazionale Marciana.
Tiratura limitata – Il facsimile è stato pubblicato in edizione limitata, unica e irripetibile di 980 copie complessive per la diffusione mondiale. L’Editore garantisce che non saranno realizzate ulteriori copie.
Certificato di autenticità – Il certificato di autenticità al colophon con il numero di copia è firmato da Silvia Panini (per Franco Cosimo Panini Editore) e Marino Zorzi (direttore della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia).
Stampa – Stampa con speciale retino stocastico e riproduzione dell’oro in lamina e in polvere.
Legatura – Coperta in pergamena con incisioni in oro. L’attuale cucitura settecentesca del manoscritto non tiene conto della precedente sequenza dei fogli, che quindi non risultano disposti secondo l’ordine originale. Nel facsimile la fascicolazione è stata ricomposta secondo l’originaria sequenza ricostruita dei fogli.
Commentario – Commentario di Silvia Urbini, con una nota in appendice di Susy Marcon. Volume in italiano, formato 15,5 x 21,5 cm, 284 pagine, copertina rigida con sovraccoperta. ISBN/EAN 9788882907822.
Contenuti extra – Oltre al volume di commento, l’Editore ha allegato al facsimile un ulteriore volume con le regole e il testo del gioco. Sono forniti anche tre dadi.
Cofanetto – Cofanetto in mogano con compartimenti per il facsimile, il commentario, il manuale d’uso e i tre dadi in dotazione.
Copyright foto: Illuminated Facsimiles, Franco Cosimo Panini Editore