Fior di Virtù e La Sfera

Firenze, Biblioteca Riccardiana, MS Ricc. 1774

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Fior di Virtù e La Sfera

Firenze, Biblioteca Riccardiana, MS Ricc. 1774

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TITOLI ALTERNATIVI – Libro delle Similitudini – Fiore delle Virtù e de’ Vizj.
DESCRIZIONE FISICA – Codice in pergamena, formato 215 x 140 mm, V-113-IV carte.
ORIGINE – Italia (Firenze).
DATAZIONE – XV secolo (ca. 1470-1480).
COMMITTENZA – Ignota.
PROPRIETARI – Nel XVI secolo il codice venne acquistato da Tommaso Cavalcanti (n. ?, m. 1560), un mercante fiorentino che conduceva importanti affari con Roma e la Congregazione cardinalizia dell’Annona e che rivestiva cariche politiche di rilievo nella sua città. Una nota alla c. Vr riporta i dettagli dell’acquisto da parte del ricco mercante: «1533. Questo libro è di Thomaso Chavalchanti, comprato questo dì IIII° di marzo, in mercato vechio».
COLLOCAZIONE ATTUALE – Il manoscritto è oggi conservato nella Biblioteca Riccardiana di Firenze, con la segnatura MS Ricc. 1774.
GENERE – Astronomia / Astrologia, Bestiari, Geografia / Mappe, Letteratura.
CONTENUTO – Il manoscritto contiene il testo di due opere: il Fiore di Virtù (cc. 1r-72v) e La Sfera (cc. 74r-110v). Il primo è una compilazione didattico-morale in prosa redatta tra la fine del XIII secolo e i primi decenni del XIV, generalmente attribuita al frate benedettino Tommaso Gozzadini (n. 1260, m. 1329), e altre volte tramandata col titolo Libro delle similitudini. Il testo è suddiviso in capitoli dedicati alternativamente ad una virtù e ad un vizio. Ogni capitolo si compone a sua volta di quattro parti. Nella prima parte viene data una definizione della virtù o del vizio; la seconda parte associa la virtù o il vizio ad un animale, secondo una modalità tipica dei bestiari medievali; la terza contiene massime sulla virtù o il vizio cui è dedicato il capitolo; nell’ultima parte un racconto descrive l’impatto e le conseguenze che derivano dalla virtù o dal vizio. Il Fiore di Virtù ebbe fin da subito un enorme successo, testimoniato dalla quantità di manoscritti che ne tramandano il testo e di edizioni a stampa che – dalla prima risalente al 1471 – si sono susseguite fino al XIX secolo. Anche La Sfera fu un’opera di successo e che conobbe una grande diffusione. Si tratta di un poemetto in ottave in lingua italiana, di contenuto astronomico-geografico. Spesso attribuito al mercante e politico Gregorio Dati (n. 1362, m. 1435), è più probabile invece che sia stato scritto da suo fratello, l’umanista e frate domenicano Leonardo Dati (n. 1360, m. 1425), Maestro Generale dell’ordine dei predicatori dal 1414 fino alla morte. L’opera – che si compone di quattro libri – tratta di astronomia, geografia fisica, navigazione e altre materie marinaresche, cartografia. Rimasta incompiuta, venne poi completata dal frate domenicano Giovanni Maria Tolosani da Colle (n. 1471, m. 1549).
LINGUA – Italiano.
SCRITTURA – Corsiva all’antica.
COPISTA – Presso la Biblioteca Riccardiana è conservato un altro codice, il Ricc. 2649, scritto da un giovane Amerigo Vespucci (n. 1454, m. 1512). Si tratta di una serie di brani in italiano che Amerigo avrebbe poi dovuto tradurre in latino e che gli erano stati proposti dallo zio, l’umanista e precettore Giorgio Antonio Vespucci (n. 1434, m. 1514). L’esercizio gli sarebbe stato utile non solo nello studio del latino, ma anche per l’alto valore educativo dei brani a carattere moraleggiante. Sulla base di un confronto con il Ricc. 2649, è stata avanazata l’ipotesi che anche il manoscritto riccardiano contenente il Fiore di Virtù e La Sfera sia stato scritto da Amerigo Vespucci. L’attribuzione non è confermata da dati certi e quindi va presa in considerazione con cautela. Tuttavia è bene sottolineare che anche altri componenti della famiglia di Amerigo, tra cui lo stesso Giorgio Antonio, si erano dedicati alla copia di manoscritti. Quindi non sarebbe fuori luogo immaginare che lo zio precettore – oltre alla trascrizione e traduzione di brani moraleggianti – gli abbia affidato anche la copiatura del Fiore di Virtù.
DECORAZIONE – Il Fiore di Virtù è decorato con oltre 40 iniziali che occupano lo spazio di due righe di scrittura; un bordo decorato a racemi, all’interno del quale sono inseriti un ritratto, degli uccelli, e due angeli che sostengono uno stemma cerchiato con due mandorle all’interno (c. 2r); ben 35 miniature a vignetta nel bas de page, ciascuna inserita in una cornice d’oro e circondata da una decorazione a filigrana e delle sferette d’oro. Le vignette illustrano la seconda parte di ogni capitolo, in cui la virtù o il vizio viene associato ad un animale. La Sfera è decorata con 138 iniziali in blu; una decorazione a racemi con sferette dorate (c. 74r); 12 miniature a tema astronomico e cosmologico; 1 miniatura della Torre di Babele (c. 98r); 12 mappe, la prima delle quali si estende su due pagine.
MINIATORI – La decorazione del Fiore di Virtù è stata eseguita da Mariano del Buono (n. 1433, m. 1504), un miniatore molto attivo e influente a Firenze nella seconda metà del XV secolo. Lavorò per committenti prestigiosi, tra cui ricordiamo in particolare Lorenzo de’ Medici (n. 1449, m. 1492). La decorazione de La Sfera – a parte la c. 74r, attribuita sempre alla mano di Mariano del Buono – non è ancora stata attribuita con certezza a nessun artista.
STILE – Rinascimentale.

Scheda tecnica: Illuminated Facsimiles

Fior di Virtù

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EditoreArtCodex (Castelvetro di Modena, 2015).
Tiratura limitata – ArtCodex e la Biblioteca Riccardiana certificano che il facsimile è stato realizzato in tiratura limitata di 999 copie numerate in cifre arabe.
Certificato di autenticità – Il certificato di autenticità al colophon riporta il numero di copia ed è firmato da Luciano Malagoli (per ArtCodex) e Giovanna Lazzi (per la Biblioteca Riccardiana).
Legatura – Coperta in pelle con impressioni in oro e nero, tre bindelle in metallo con graffa sul piatto posteriore, contrograffe sul piatto anteriore.
Commentario – Volume di commento in italiano, formato 24 x 17 cm, 72 pagine. Testi di Giovanna Lazzi e Rosanna Miriello.

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